SABATO SANTO - Processione di Gesù Morto

La processione di Gesù Morto, patrocinata dalla Confraternita del SS. Sacramento almeno sin dal 1824, usciva dalla Chiesa Cattedrale alle ore 02.00 della mattina del Venerdì Santo, preceduta da una tradizionale consuetudine: "ù chiamatòr", un confratello incappucciato, bussava con la "tocca-tocc" alle porte di chi doveva partecipare al rito dicendo: "Ialz't, ca 'a Madonn t'vole"
Aveva anche un percorso diverso, giungendo fino al convento di S. Francesco, per quegli anni notevolmente distante dal centro abitato, ed era particolarmente suggestiva: attraversava le vie di un paese completamente buio e solo le statue del Cristo Morto e della Vergine Desolata erano illuminate da "lampieri" alimentati ad olio o a candela. 
Elementi costitutivi della processione, oltre alle due statue, erano il "legno" e la "disciplina". Per "legno" si intende la pesante croce che un devoto penitente, scalzo e incappucciato portava sulle spalle durante tutto lo svolgimento della processione, mentre le "discipline" erano pezzi di ferro legati tra loro con catene usate dai confratelli, anch'essi scalzi e incappucciati, per flagellarsi. Era il loro rumore ritmico e metallico a far da sfondo al passaggio della processione, rendendo l'atmosfera carica di emozione al pensiero delle uguali torture subite da Cristo prima di essere affisso in Croce. 
L'organizzazione della processione subì un cambiamento in seguito alle decisioni della Conferenza Episcopale Pugliese che, riunitasi a Molfetta nel novembre 1955, stabilì che le processioni di Cristo Morto, dell'Addolorata e dei cosiddetti Misteri non potevano aver luogo prima che il Cristo fosse morto (Bollettino della diocesi di Castellaneta, Gennaio-Febbraio 1956). Perciò, a partire dal 1956 l'uscita della processione venne spostata al Sabato Santo. La giusta decisione, dettata da motivi di ordine pastorale, provocò il malcontento dei confratelli e dei devoti che la considerarono una ingerenza del clero nella loro organizzazione.
Il consiglio di amministrazione della Confraternita, a poche settimane dalla Pasqua, si dimise, molti confratelli ne seguirono l’esempio e la processione si svolse ma con un numero limitato di partecipanti, senza flagellanti e senza "legno", in un paese che si sentiva spogliato delle proprie tradizioni. Poi pian piano, anno dopo anno, grazie al rinnovato impegno della Confraternita, che nel 1982 ripristinò l'uscita del "legno", la processione è tornata ad essere una delle più devote e seguite dalla cittadinanza. 


Oggi la processione inizia il suo lento e cadenzato percorso all'alba del Sabato Santo, quando alle ore 06.00 esce dalla Chiesa Cattedrale, mentre sulla piazza antistante la attende una folla di commossi fedeli. In Cattedrale la processione farà poi ritorno alle ore 12.00 dopo aver percorso le principali vie cittadine. 
La processione, aperta da confratelli scalzi e incappucciati che, muniti di "trozzl" (raganella) e "tocca-tocc" (battola), producono un fragoroso rumore, si compone di tre elementi fondamentali: il "legno", la bara di Cristo Morto e la statua della Vergine Desolata. 
Il "legno" si sottopone al sacrificio di portare sulle spalle la pesante croce per adempiere ad un suo personale voto e per questo sceglie di rimanere completamente anonimo. Fino al 1955 il "legno" era seguito dagli incappucciati che si battevano le spalle con le discipline, che oggi invece cingono la vita dei lancieri, incappucciati posti ai lati del cireneo. 
Segue il "legno", la bara di Cristo Morto, riccamente addobbata da fiori freschi offerti da devoti, e portata in spalla dagli uomini della "colonna", rigorosamente in abito e guanti neri. Gli uomini della "colonna" e gli incappucciati recano sul capo una corona di spine, intrecciata dai confratelli durante i mesi precedenti la processione.
L'ultima statua rappresenta la Vergine Desolata, che con indosso un semplice abito nero e un fazzoletto bianco nella mano sinistra, segue con il suo volto dolente il lento incedere del feretro del Figlio. Il compito di portarla in spalla è affidato alle "pie donne", vestite di nero così come nero è il velo che copre loro la testa. Una volta rientrata in Cattedrale, la bara di Cristo viene spogliata dei fiori che la rivestono, dai confratelli, i quali provvedono a distribuirli agli uomini della "colonna" e alle "pie donne" che con fede e devozione hanno partecipato alla processione.


- Foto tratte dal web.